T O P I C R E V I E W |
Nino Carbone |
Posted - 26 January 2016 : 23:40:40 - Treni per l’acqua delle FS -
Servivano per il rifornimento dei caselli e delle stazioni più isolate, specialmente nel centro-sud. Erano considerati fra i “treni materiali” e vennero effettuati in maniera diffusa fino agli anni Settanta, con programmi ben dettagliati che ne stabilivano le norme di circolazione. - Carro cisterna per acqua potabile VZk 711 2 051 a Sulmona il 28 ottobre 1989 -
- Foto Di Iorio / da: iTreni oggi 123 -
Questi treni erano di 2 tipi: per l’acqua potabile e acqua non potabile. Questi ultimi, quasi esclusivamente destinati a reintegrare le scorte idriche dei punti di rifornimento in piena linea o nelle stazioni non collegate a condutture, erano quindi indispensabili per l’esercizio della trazione a vapore e scomparvero con essa. I trasporti di acqua potabile erano invece destinati al rifornimento dei caselli, posti di guardia nelle stazioni che, trovandosi spesso in punti molto isolati, non era possibile o conveniente allacciare ad acquedotti. Questi posti erano dotati di cisterne di varie dimensioni, secondo la necessità: si prevedeva un consumo massimo giornaliero di 250 litri per ciascun alloggio e di 500 litri per ciascuna stazione o fermata adibita al servizio viaggiatori.
Il rifornimento era ridotto a soli 50 litri giornalieri dove esistevano pozzi per l’approvvigionamento di acqua non potabile adatta ad altri usi domestici.
Per il trasporto venivano usati carri serbatoio delle vecchie serie “M”, costruiti su telai di carri a 2 assi di svariata provenienza e dimensioni, oppure carri “Mt”, ricavati da vecchi tender di locomotive a vapore. - Tender a 3 assi trasformato per il trasporto di acqua potabile a Potenza Inferiore il 9 agosto 1968 -
- Foto Mascherpa / da. iTreni oggi 123 -
- Carri piombati per l’acqua potabile -
- Carro per acqua potabile VZk 711 2 105 a Dittaino (Sicilia) nella primavera 1987 - (La stazione di Dittaino è una stazione ferroviaria intermedia della ferrovia Palermo-Catania, nonché lo scalo merci dell'area industriale di Enna)
- Foto C.Signorini / da: iTreni oggi 123 -
Per il trasporto dell’acqua potabile il rivestimento interno dei serbatoi di questi carri era di cemento o di lamiera zincata e veniva sottoposto a severe norme di pulizia e manutenzione, che prevedevano particolari lavaggi e, a volte, la sterilizzazione. Questi carri erano inoltre dotati di tubi di gomma per consentire lo scarico dell’acqua nelle cisterne, che erano ubicate a non più di 8 metri dal binario; alcuni erano provvisti anche di una pompa per permettere lo scarico anche dove era impossibile farlo per gravità. Sia nei viaggi con carico d’acqua che in quelli a vuoto, le cisterne dovevano essere sempre chiuse ermeticamente e piombate. All’invio e allo scarico dei carri serbatoio si provvedeva agganciandoli ai treni merci ordinari, ai quali venivano prescritte appositamente soste e perditempi, e, per facilitare lo scarico venivano agganciati subito dopo la locomotiva. Questo sistema comportava forti condizionamenti all’esercizio, veniva usato solo dove l’orario dei treni e il ridotto numero dei punti di rifornimento lo permettevano, altrimenti si preferiva effettuare treni straordinari, che potevano essere previsti in orario o prescritti da apposite circolari in cui si stabilivano, sia i giorni di effettuazione, sia i perditempi per lo scarico. Oggi i caselli sono quasi tutti disabilitati, alcuni demoliti e i pochi ancora abitati sono stati dotati di acqua corrente, requisito ormai indispensabile per l’abitabilità.
- Esempio di rifornimento d’acqua sulla linea Sulmona-Terni -
Veniva effettuato limitatamente alla tratta Sulmona-Antrodoco. I giorni 9 e 24 di ogni mese 6 carri serbatoio caricati nella stazione di Popoli, sulla linea per Pescara, venivano inviati a Sulmona effettuando lo straordinario 8669 e da qui proseguivano il giorno stesso fino all’Aquila con il treno materiali ML 32000, che prevedeva nella sua traccia oraria le soste per lo scarico in linea dei primi 4 carri. Il giorno successivo proseguiva con il treno 32002 fino ad Antrodoco per eseguire lo scarico degli altri 2 carri serbatoio. Al ritorno dei carri vuoti si provvedeva nella stessa giornata con lo straordinario 8847 fino all’Aquila, e il terzo giorno, dopo aver agganciato i 4 carri vuoti lasciati in attesa, ripercorreva il tracciato a ritroso fino a Popoli, stazione di residenza dei carri. I 2 rifornimenti mensili erano previsti solo da aprile a ottobre, mentre nei rimanenti mesi invernali il rifornimento avveniva una volta sola, il giorno 9 del mese. Treno merci ordinario trainato dalle locomotive E.625.006 e 099 con carro acqua e bagagliaio Dm a Bosco Redole verso Campobasso - (1 maggio 1973)
- Foto Mascherpa / da: iTreni oggi 123 -
- Realizzazione modellistica - (Giancarlo Maraviglia) Clic foto
- Foto Giancarlo Maraviglia / da: iTreni oggi 143 -
- Fonte Attilio Di Iorio / da: iTreni oggi 123 - - Nino -
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7 L A T E S T R E P L I E S (Newest First) |
Piero Chionna |
Posted - 28 September 2020 : 11:32:02
Altre due recenti immagini (26 luglio 2020) dei carri cisterna per trasporto acqua potabile delle FS attualmente in attesa di restauro al museo di Lecce.
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Piero Chionna |
Posted - 17 July 2019 : 11:16:01 Dalle note di Franklin Nardelli (in questo paese svolse anche il ruolo di Sindaco), riportate sul suo libro " Storia di San Vito degli Schiavoni-San Vito dei Normanni" edito negli anni '40 del secolo scorso. Siamo nei primi anni del '900; il comune in quegli anni contava una popolazione di circa 10.000 abitanti. L'Acquedotto Pugliese era ancora un miraggio e i paesi del Salento dovevano sopravvivere con la sola riserva idrica derivante dalla raccolta dell'acqua piovana che avveniva nelle cisterne scavate sotto le abitazioni.
Durante i periodi di siccità estiva, con tutti i suoi limiti, si rivelò fondamentale il ruolo delle ferrovie.
"Luglio - Agosto: Sole torrido, caldo, afa soffocante! Dopo di aver votato fino all'ultima goccia le cisterne private, si chiedeva a qualche fortunato concittadino un bicchiere d'acqua per smorzare la sete. E l'acqua veniva concessa a centellini, come cosa prelibata. Le campagne riarse mandavano in paese un'afa soffocante, e il cielo si manteneva costantemente sereno. Il Municipio ricorse all'acqua dell'Ofantino. Per la sola immissione nei vagoni cisterna spese Lire 0,30 a metro cubo. Poi, nolo ferroviario da Margherita di Savoia a San Vito (180 Km. ndr), travaso dei carri, botti, trasporto dalla stazione al paese (oltre 10 Km. su carri a trazione animale -ndr-), trainanti, personale addetto alla distribuzione .... E la spesa gravò enormemente sul bilancio. Il prelevamento si limitò ai veri bisogni della sete, ritirando due vagoni cisterne di 150 ettolitri al giorno (totale 30 mc -ndr-). E l'acqua torbida dell'Ofantino, condotta in paese in botti che erano servite per altri usi più o meno sporchi, sotto la canicola estiva, all'arrivo qui era un liquido così ributtante da promuovere la nausea.
Eppure .... si beveva!"
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Piero Chionna |
Posted - 17 September 2018 : 16:30:45 Il treno dell'acqua conservato presso il MUFEP di Lecce.
La descrizione del materiale preservato al Museo Ferroviario della Puglia di Lecce.
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Nino Carbone |
Posted - 13 September 2016 : 23:10:54
Clic foto
- Foto da: scalatt.it -
- Nino -
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Nino Carbone |
Posted - 21 July 2016 : 11:04:53
- Carro per il trasporto di acqua potabile delle Ferrovie Calabro Lucane (FCL) a Potenza Inferiore Scalo nel maggio 1973 -
- Foto M.Cherubini / da: iTreni oggi 132 -
- Nino -
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Alberto Pedrini |
Posted - 07 February 2016 : 16:02:23 Conrad ne ha fatto realizzare uno su base Märklin cod.94164 Lo avevo comprato qualche anno fa.
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Nino Carbone |
Posted - 31 January 2016 : 11:05:08
- Gr.740.306 al traino di un merci Rimini-Ravenna -
- Dietro la locomotiva il carro cisterna di acqua potabile per rifornire i vari caselli ferroviari della linea - (Cervia 5 luglio 1973)
Clic foto
- Foto Bruno Cividini / da: lnx.informatica80.it -
- Nino -
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