T O P I C R E V I E W |
Alberto Pedrini |
Posted - 28 September 2008 : 01:25:57 Clic sull'immagine per la scheda
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10 L A T E S T R E P L I E S (Newest First) |
Andrea Coccioni |
Posted - 23 January 2012 : 10:52:18 quote: Originally posted by Alberto Pedrini
Interessante Andrea, ci saranno molti contachiodi criticoni che avranno bisogno dell'assistenza di uno psicologo per superare il trauma. ...
He he, brutta razza, i contachiodi! Non so se si capisce che per questa macchina ho una passione speciale: per qualche anno ho passato tante notti insieme a lei... ad accudirla! Grazie a Fabrizio per le bellissime foto!
Ciao Andrea |
Fabrizio Mazzari |
Posted - 22 January 2012 : 21:22:33 A dicembre avevo portato la mia T3 al Museo Ferroviario di Savigliano a trovare la mamma.....
...notare le dimensioni del modello appoggiato sotto la caldaia dell'originale nella foto seguente...
Fabrizio |
Alberto Pedrini |
Posted - 22 January 2012 : 09:29:04 Interessante Andrea, ci saranno molti contachiodi criticoni che avranno bisogno dell'assistenza di uno psicologo per superare il trauma. Godo di questo evento perchè dei modelli apprezzo la qualità generale più che i particolari come la dimensione realistica dei fari. A me piacciono le loco che hanno fanali che si vedono accesi anche sotto i raggi del sole, sarà una deformazione professionale, ma nelle notturne sul plastico sono uno spettacolo.
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Andrea Coccioni |
Posted - 22 January 2012 : 04:02:07 Segnalo una singolare evoluzione che riguarda questa locomotiva e la sua riproduzione modellistica. In generale, sono i modelli in scala che si fanno via via più fedeli al reale... in questo caso, sta accadendo il contrario.
Avrete notato che il modello ha qualche imprecisione qua e la , essendo un'italianizzazione non troppo approfondita della T3. Pompa dell'aria a destra anzichè a sinistra, mancanza della valvola Coale, corrimani della cabina con anelli al vero non esistenti su questa macchina... ma quel che si notava di più, forse, erano i fanali, troppo grandi per essere corrispondenti a quelli elettrici e troppo piccoli (e senza il tipico "triangolo") rispetto a quelli a petrolio di tipo FS con cui la locomotiva vera ha viaggiato spesso.
Ebbene, proprio sui fanali la realtà si adegua oggi al modello. Lo scorso giugno il MFP ha ricevuto in dono da una discendente di Emilio Astengo (cui appartenne la locomotiva nel lungo periodo di manovre al porto di Savona) i fanali originali della T3, che sono stati restaurati dai volontari del museo e oggi ornano la macchina nelle sue uscite pubbliche. Questi fanali sono molto più simili, per forma e dimensioni, a quelli del modello, rispetto a quelli usati in precedenza!
Se volete saperne di più, potete consultare il sito del MFP: http://www.museoferroviariopiemontese.com/default.asp (cliccare nel menu di sinistra sulla voce "news" e scorrere la pagina fino alla notizia "Generosa donazione dai discendenti della famiglia Astengo")
Provo ad allegare una foto scattata di recente dal mio amico Fabio, volontario del museo, dove si vede chiaramente il "nuovo" aspetto della T3: http://www.flickr.com/photos/42126689@N04/6739708223/in/photostream
Ciao Andrea |
Alberto Pedrini |
Posted - 21 March 2011 : 21:48:40 Ok, ora è tutto chiaro. |
Andrea Coccioni |
Posted - 21 March 2011 : 21:15:48 Ehm, mi sono spiegato male. Premetto che non sono un ferroviere ma un semplice appassionato, quindi mi scuso se sarò impreciso o se dirò qualche stupidaggine. Se qualche ferroviere volesse intervenire per precisare meglio, sarebbe il benvenuto. La T3 non può circolare isolata, cioè "tutta sola, senza vagoni" in piena linea, cioè "fuori dalle stazioni", nelle quali invece può manovrare anche andando a zonzo da sola. Questo perché il suo "peso frenato" è molto inferiore al "peso reale" della macchina. Tutti abbiamo letto, sulle fiancate delle locomotive, anche moderne, le indicazioni di "peso reale" e "peso frenato": avrete notato che sulle locomotive il peso frenato è sempre inferiore al peso reale. Perché? Tutti sappiamo che i treni frenano grazie all'azione di tutti i veicoli, non solo della locomotiva, tramite il freno pneumatico continuo. Pensiamo a una locomotiva dotata di freno a ceppi. Immaginiamo di poter "vedere" la forza con cui i ceppi frenano premendo contro i cerchioni. Finché questa forza rimane inferiore al peso della locomotiva, le ruote continuano a girare, ma se la forza dei ceppi raggiungesse e superasse il peso della locomotiva, le ruote comincerebbero a pattinare. E questa è una condizione non desiderabile, perché costringerebbe la macchina ad andare in officina per tornire i cerchioni, distogliendola dal servizio. Per questa ragione, l'impianto frenante di una locomotiva è dimensionato in modo che il suo "peso frenato", cioè l'azione dei freni sulle sue ruote, sia sempre inferiore al suo peso reale, e quando essa circola isolata deve rispettare una limitazione di velocità. Quando un treno frena, in pratica, sono le carrozze che "trattengono" un po' la locomotiva. La T3 del MFP non era dotata, in origine, del freno pneumatico continuo. Ne è stata equipaggiata per poter circolare con i treni storici. La sua pompa è in grado di caricare perfettamente il circuito del freno delle carrozze che rimorchia, ma il suo peso frenato è molto basso, quindi da sola frena molto poco; si può muovere a bassa velocità, in manovra, ma non è ammesso che viaggi da sola in linea. Solo con le carrozze agganciate si può star sicuri che la frenata sarà efficace ed avverrà in tempi e spazi sicuri.
Ciao Andrea |
Alberto Pedrini |
Posted - 21 March 2011 : 17:48:26 Grazie per le informazioni Andrea, non ho idea del verso delle iene, ma mi fido. Puoi spiegarci qualcosa in più circa il rapporto tra il peso frenato e la linea isolata? ciao |
Andrea Coccioni |
Posted - 19 March 2011 : 01:40:22 Credo che il nomignolo le derivasse dal suo fischio, molto acuto.
La T3 MFP ha trainato molto spesso le carrozze Satti ex-DB: una è questa, restaurata di recente (non fatevi ingannare dalla foto) come carrozza DB: http://www.railtouritalia.com/flotta/ds_MFP_Bz110.htm Le altre sono queste, una delle quali è adatta al trasporto di disabili in carrozzella: http://www.trenomania.org/TMF-Estero/displayimage.php?album=lastup&cat=211&pos=8 Nei viaggi con queste carrozze, sovente un vecchio carro FS (tipo FI con intercomunicanti, per collettame) è servito come appoggio per i rifornimenti di acqua e carbone, stanti le difficoltà di approvvigionamento odierne: http://www.flickr.com/photos/33934821@N03/3329237518/in/set-72157625164273078/
Questa macchina ha anche viaggiato talvolta con le "centoporte" della DTR Piemonte, specie durante manifestazioni in cui erano previste "corsette" a breve raggio: http://img183.imageshack.us/i/imgp7789.jpg/ http://farm3.static.flickr.com/2529/4047599338_4d660dcbaf.jpg
Non sono mancati treni con altre carrozze storiche, come ad esempio le ex-FNM a carrelli in dotazione al SAFRE, in doppia trazione con la "cugina" CCFR n° 7, sia simmetrica, sia con entrambe le macchine in testa al treno (v. la foto sopra postata da Alberto).
Durante alcuni trasferimenti, il treno della T3 MFP è stato un "merci minimo" di 3 carri chiusi FS tipo F e G: http://www.youtube.com/watch?v=8-GWW4L_VfY
Ricordate che la T3 ha uno scarso peso frenato, quindi non può circolare in linea isolata.
Chi volesse vederla sbuffare un po' non ha che da andare a visitare il MFP a Savigliano nei prossimi week-end
Ciao Andrea |
Alberto Pedrini |
Posted - 29 September 2008 : 18:49:22 "la iena" non è proprio un bel nomignolo...poverina. Adesso però ha il suo momento di gloria.
Alberto |
Mario Puleo |
Posted - 29 September 2008 : 18:34:12 Quella T3 non faceva servizio sulle linee FS ma sulla ferrovia Grignasco-Coggiola, chiusa all'esercizio nel 34. La mia mamma se la ricorda, dice che faceva un rumore strano e per quello la chiamavano "la iena". Credo che quella riprodotta sia la versione attuale del MFP. Io ci faccio treni storici con le centoporte. ciao |
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