Emilio Mantovani
Italy
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Posted - 27 April 2015 : 20:48:43
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Oggi č il mio compleanno Voglio condividere con voi un regalo particolare che ho ricevuto, e ringraziare Paolo che ha dimostrato di conoscere ed apprezzare il mio (e nostro) hobby. Fino a trovare questa poesia.
Anche il grande Pablo Neruda, osservando la realtā, č rimasto colpito dal treno, e ne ha tratto un lungo poema: buona lettura!!
Treni del Sud, piccoli fra i vulcani, che sfilano vagoni su rotaie bagnate dalla pioggia vitalizia, fra montagne crespe e ossessione di pali bruciati. Oh frontiera di boschi grondanti, di enormi felci, di acqua, d'alte vette! Oh territorio fresco da poco uscito dal lago, dal fiume, dal mare o dalla pioggia con i capelli bagnati, con la cintura piena di liane portentose, e allora in mezzo alle vegetazioni, nella striscia della moltiplicata chioma, un pennacchio sperduto, il piumino d'una locomotiva in fuga con un treno che trascina cose vaghe nella solennitā opprimente della natura, che lancia un grido d'ansia, di fumo, come un brivido nel paesaggio! Cosi dalle loro onde i campi di frumento discorrono con il treno fugace come se fosse ombra, cascata o uccello di quelle latitudini, e il treno il suo scintillio di carbone ardente distribuisce con oscura malignitā di diavolo e cammina, cammina, cammina, scala l'alto viadotto del fiume Malleco come se salisse su una chitarra e canta nelle altitudini dell'equilibrio azzurro della ferriera, fischia il vibrante treno della fine del mondo come se salutasse tutti e andasse a cadere dove termina lo spazio terrestre, come se volesse precipitare tra le isole estreme dell'oceano. Io vengo con te, treno, trepidante treno della frontiera: vado a Renaico, aspettami, devo comprare lana a Collipulli, aspettami che devo scendere a Quepe, a Loncoche, a Osorno, prendere pinoli, tele appena tessute, con odore di pecora e pioggia... Corri treno, bruco, sussurro, animaletto longitudinale, tra le foglie fredde e la terra fragrante, corri con taciturni uomini dal nero manto, con sella e finimenti, con silenziosi sacchi di patate delle isole, con il legno del larice rosso, dell'odoroso coigue, del rovere sempiterno. Oh treno esploratore delle solitudini, quando ritorni all'hangar di Santiago, agli alveari dell'uomo e alla sua intrecciata potenza dormi forse per una notte triste un sonno senza profumo, senza neve, senza radici, senza isole in attesa della pioggia, immobile tra anonimi vagoni. Ma io in mezzo a un oceano di treni, nel cielo delle locomotive ti riconoscerei per una certa aria di lontananza, per le tue ruote bagnate laggių, lontano, e per il tuo trafitto cuore che conosce la indicibile, selvaggia, piovosa, azzurra fragranza!
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Emilio |
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