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Alberto Pedrini
Italy
11477 Posts |
Posted - 08 January 2022 : 19:55:45
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Il 31 Dicembre 2021 abbiamo avuto l'iscritto n°1000, notizia assolutamente inutile, ma le combinazioni di date e numeri mi stimolano sempre interpretazioni cabalistiche |
Alberto |
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Riccardo Bastianelli
Italy
3311 Posts |
Posted - 08 January 2022 : 20:05:13
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Se non c'era questa situazione ci potevamo vedere per festeggiare l'evento... magari si invitava questa persona
Riccardo |
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Alberto Pedrini
Italy
11477 Posts |
Posted - 08 January 2022 : 21:04:59
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Come nei film, lei è il millesimo cliente, vince un buono spesa di 1000 euro? Se non ha usato uno pseudonimo è una signora. |
Alberto |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
Posted - 19 January 2022 : 10:48:32
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Bene, per la gioia di (forse) pochi inizio a pubblicare sull'indice qualche articolo della nuova rubrica "Märklinfan Linea Verde". E da dove posso iniziare se non dalle olive e dai suoi derivati?
QUELL’ODIATO RANCIDO di F. Raimondi
Come riconoscere il difetto di rancido in un olio? Provocatoriamente, sia chiaro, basta andare nella stragrande maggioranza dei ristoranti, delle pizzerie o delle trattorie, chiedere che portino l’olio, stapparlo ed annusarlo. Ecco, nel 95% dei casi, tra tutti i difetti che si possono sentire, c’è anche quello del rancido. È il risultato di un’ossidazione che quando si innesca è irreversibile dovuta sostanzialmente a cattiva conservazione. Questa ossidazione altera la struttura chimica degli acidi grassi contenuti nell’olio che provocano componenti volatili che danno origine ai cattivi odori tipici di questo difetto. In casa si può ottenere il difetto di rancido se si mette un po’ d’olio in un piattino o una ciotola come quella in foto e lo si lascia all’aria per qualche giorno. Andando ad annusare quell’olio si sentirà la differenza rispetto a prima e se si avrà voglia di assaggiarlo si sentiranno le componenti spiacevoli di questo difetto. Sembra un grasso del prosciutto andato quasi a male. È troppo pastoso in bocca. Insomma, sensazioni che fanno perdere a quell’olio la caratteristica di extravergine. Per evitare quindi che al ristorante ci servano oli non più extravergini, perché ricordiamolo, basta un solo difetto per considerare un olio non più al massimo della qualità, si dovrebbe saperlo riconoscere e poi segnalarlo, sempre, per il bene del locale, per la bontà dei piatti da consumare e per la salute dei consumatori. L’olio evo di qualità è cosa diversa. |
Piero |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
Posted - 20 January 2022 : 16:22:32
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Sempre per la rubrica Märklinfan Linea Verde parliamo di due caratteristiche dell'olio extravergine d'oliva che molti consumatori considerano erroneamente un indicatore di cattiva qualità del prodotto. Stiamo parlando del piccante e dell'amaro, due attributi che invece sono testimoni della buona qualità dell'olio e che possono essere presenti in forma leggera o intensa, anche in funzione della cultivar delle olive utilizzate. Cominciamo con il piccante.
IL PREZIOSO PICCANTE di F. Raimondi
C’è chi dice che se le olive si raccogliessero al momento giusto, se poi venissero lavorate in tempi brevi, non esisterebbero oli delicati. E questo può essere vero, però il fine più ambito di chi produce olio evo è che, una volta ottenuto il massimo da quelle olive, non abbia difetti. Non solo che non abbia difetti ma che abbia diversi attributi. E tra questi c’è anche sicuramente il piccante. Spesso si sente dire “quest' olio è troppo forte…” quando non si ha il palato registrato sulla qualità, ma se si sente il piccante, leggero o intenso che sia, siamo al cospetto di un olio buono. Il piccante è come quella filigrana che rende una banconota autentica. È quel filone che ti fa capire che si è in presenza di una miniera. È quel dettaglio che ti fa capire che oltre alla classe c’è personalità e carattere. Il piccante permette ad un olio di abbinarsi a svariati cibi creando sapori mai provati prima. Il piccante è il risultato anche di quei polifenoli tanto salutari per il nostro organismo. Il piccante è e dà quella goduria che ci fa stare bene e ci appaga. Sì, amiche ed amici, il piccante in un olio evo è proprio un attributo prezioso. |
Piero |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
Posted - 21 January 2022 : 14:35:39
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E siamo all'amaro, un altro degli attributi positivi di un buon olio EVO che troppo spesso i consumatori scambiano per un difetto.
QUELL’ AMORE DI AMARO di F. Raimondi
Dopo aver parlato, qualche giorno fa, dell’odiato rancido ora esaminiamo quello che è invece un attributo, quindi positivo. Può far strano parlare di amarezza in termini di virtù e di qualità perché spesso la si associa a qualcosa di poco piacevole. Anche nell’olio evo ci possiamo trovare a descrivere un amaro spiacevole, soprattutto quando un olio ha già varcato un’età matura. Normalmente, invece, assaggiando un olio giovane, l’amaro regala una tale complessità di sapori e di sentori che è considerato a tutti gli effetti un indice di qualità. Personalmente amo e mi lascio trasportare nelle sensazioni profonde che l’amaro esalta. Tanto che ne vorrei sempre di più. Paradossalmente, però, non è così automatico che venga apprezzato come cosa buona e giusta dai palati poco allenati. Ci vuole gradualità e pazienza ma una volta trovata la chiave giusta, anche i meno esperti non torneranno più indietro. Esistono schede di valutazione dell’olio evo in cui la descrizione dell’amaro indica l’intensità e la complessità. L’amaro è sapore. L’amaro è profumo. L’amaro è qualità. L’amaro è salute. L’amaro è visceralità. L’amaro scatena passioni. Amare l’amaro è molto più semplice di quello che si creda: basta cambiare l’ultima lettera.
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Piero |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
Posted - 22 January 2022 : 12:10:19
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Quarto e (forse) ultimo appuntamento della rubrica Märklinfan Linea Verde. Premesso che il colore non è un indicatore della qualità di un olio extravergine d'oliva, parliamo un momento della presunta maggior bontà di un olio torbido, così come appare subito dopo la molitura.
FILTRA, E SAI COSA MANGI di F. Raimondi
“Io preferisco comprare l’olio non trasparente” “Quello non filtrato è più genuino.” Queste sono solo due delle frasi che mi è capitato di sentire riguardo una presunta maggior bontà e maggior purezza di coloro che comprano l’olio evo al supermercato. E come farò qui, lo faccio anche quando sento dirmi queste cose: smentisco. L’olio non filtrato non è più buono. L’olio non filtrato non è più qualitativo. Anzi, una volta avvenuta la trasformazione, se viene fatta con certi criteri e quindi anticipandone la raccolta delle olive e trasformandole subito, l’olio evo si deve filtrarlo immediatamente. Si tolgono così tutte le impurità che inevitabilmente, e molto prima nel tempo, recano difetti in quell’olio. Quei residui che sono presenti nell’olio non filtrato, col tempo, e non ne serve tanto, tendono a depositarsi sul fondo creando morchia che rovinerà il prodotto. Quanto più un olio è limpido, maggiore potrebbe essere la sua vita è minore la formazione di difetti che il tempo inesorabilmente fa nascere. Quindi amiche ed amici, se prendete l’olio non filtrato, consumartelo in fretta, altrimenti buttiamoci con serenità e fiduciosi sulla qualità, su una bottiglia di olio filtrato.
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Piero |
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albertomocchi
Italy
2594 Posts |
Posted - 22 January 2022 : 12:35:04
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ottimi consigli grazie Piero
Alberto |
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Stefano Spina
Italy
904 Posts |
Posted - 22 January 2022 : 14:08:32
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Ormai il buon Piero non è più quello di una volta... tutto dedito ai suoi moduli, adesso è il latifondista che era insito in lui a prevalere; in compenso potremo disporre di olio fatto con le olive tra qualche tempo.
Stefano |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
Posted - 22 January 2022 : 15:13:41
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Stefano, ti sei assicurato una bella bruschetta o se preferisci una frisa con olio, sale, origano e pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto. |
Piero |
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Piero Chionna
Italy
8643 Posts |
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