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 Svizzera - Elettriche
 Coccodrillo
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Alberto Pedrini

Italy
11481 Posts

Posted - 02 February 2010 :  13:04:47  Show Profile  Visit Alberto Pedrini's Homepage  Reply with Quote
Per vedere la scheda tecnica dei Coccodrilli, clicca sull'immagine accanto.

Per vedere la ricerca sui Coccodrilli di Nino Carbone e Gian Michele Sambonet, clicca sull'immagine accanto.

Alberto

Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 10 February 2010 :  10:10:48  Show Profile  Reply with Quote
Notizie e curiosità raccolte successivamente alla pubblicazione della ricerca.



Dopo la prima guerra mondiale con l'elettrificazione delle principali linee della rete Svizzera, le FFS avevano bisogno di nuove locomotive elettriche in gran numero, in sostituzione di quelle a vapore. Nel 1917 ordinarono ai principali costruttori svizzeri alcuni prototipi che corrispondessero ad esigenze ben specifiche, tra le quali una potente locomotiva da montagna per treni merci. Ma le risposte progettuali per questa nuova locomotiva non riuscirono a soddisfare pienamente il committente. E mentre la BBC si accingeva a costruire il prototipo della Ce 6/8I, sulla base progettuale della Be 4/6 (della quale le FFS ne avrebbero ordinati in seguito 41 esemplari), la MFO e la SLM proposero di loro iniziativa alle FFS un nuovo progetto rivoluzionario: la Ce 6/8II, che ben conosciamo. Accolta con grande entusiasmo, le FFS ne ordinarono subito 10 esemplari, sulla carta, senza nemmeno provarla e senza attendere la consegna del prototipo della BBC, che arrivò comunque con grande ritardo, pochi mesi prima della consegna dei primi Coccodrilli, e alla quale non fece seguito nessuna commessa.



i primi 3 Coccodrilli consegnati dalla SLM/MFO nel 1919 erano classificati come Fc 2x3/4 e portavano i numeri 12251, 12252, 12253 (Ce 6/8II 14251, 14252, 14253). (Foto: SBB Historic)



Da notare come le prime macchine elettriche svizzere avevano uno schema progettuale, specialmente sulla disposizione degli assi, molto simile alle macchine a vapore, poiché l'esperienza sui binari veniva da queste ultime. Le Ae 3/6I,II,III ricordano le pacific come il Coccodrillo si può considerare un'evoluzione delle Mallet da montagna.



Il Coccodrillo fu una delle più belle e impressionanti locomotive elettriche europee e fu anche una delle più potenti del suo tempo. Come sappiamo era destinata al servizio merci sulle ripide salite del San Gottardo, passaggio obbligato di uno dei più importanti assi ferroviari europei.
L'articolazione della locomotiva in tre parti permetteva un eccellente inserimento in curva su questa linea tortuosa, che si arrampica sui due versanti verso il passo con gallerie elicoidali, curve e controcurve.
Il Coccodrillo è caratterizzato da una trasmissione a bielle, un fatto tecnico interessante che traduce la preferenza, da parte degli ingegneri svizzeri di quei tempi, per soluzioni classiche e affidabili ereditate dalla locomotiva a vapore. I due motori di ogni semitelaio muovono il proprio gruppo di assi per mezzo di un falso asse, che, a sua volta, muove i veri assi motore per mezzo di bielle di collegamento. Nella prima serie fu anche adottato un ulteriore asse cieco per semitelaio.
Per i non iniziati, la presenza di bielle su una locomotiva elettrica è sempre sorprendente, sembra infatti che una trasmissione a ingranaggi sia più semplice e più logica. Le prime prove con ingranaggi diedero come risultato un'andatura molto dura e rotture di pezzi, così gli ingegneri pensarono che gli ingranaggi non fossero una soluzione abbastanza sicura per trasmettere grandi potenze assorbendo il gioco delle ruote e delle sospensioni. In più, i motori elettrici di grande potenza erano di dimensioni troppo grosse per essere collocati vicino agli assi o in mezzo a essi. bisognava collocarli sui telai e muovere gli assi a distanza, quindi interporre delle bielle.
Sulle locomotive elettriche a bielle, ogni motore muove, in genere, dapprima un falso asse, o direttamente o per un gioco di ingranaggi di demoltiplicazione. Solidale con il telaio, questo falso asse riceve dunque tutta la potenza del motore, e ricorre a delle bielle d'attacco per muovere uno degli assi motore. Questo è unito ad altri assi motore per mezzo di bielle di collegamento.
Sono dunque le bielle che non solo si assumono il lavoro di trasmissione della forza motrice, ma soprattutto permettono gli spostamenti e i relativi movimenti tra le ruote motrici e il telaio dovuti alle irregolarità delle rotaie. (Foto: SBB Historic)





Delle 33 macchine della serie originaria 13 furono trasformate in Be 6/8II tra il '42 e il '47 con potenza aumentata e peso diminuito. Mentre tra il '65 e il '71 altre 12 delle Ce 6/8II rimanenti (14267, 69,74-83) furono adibite al servizio di manovra negli scali principali (col particolare di portare un solo pantografo).

a seguito della trasformazione di 13 locomotive da Ce in Be che ricevettero le numerazioni 13251-59, 13261, 13263-13265 le FFS nel '49 decisero di rinumerare la 14260 in 14284 e la 14262 in 14285 per avere una serie numerica continua nelle Ce non trasformate. Tutti i coccodrilli sopravvissuti all'accantonamento per usura o incidenti, col finire degli anni sessanta svolsero compiti secondari e di scalo, specialmente nell'area di Basilea, sino al loro ritiro definitivo. Le Ce 14267, 69, 74-83 furono le uniche ad essere trasformate tecnicamente in loco da manovra, le rimanenti svolsero semplicemente il compito.

Oggi la 14253 è patrimonio della FFS Historic, come anche la 13302 e la 14305 della serie successiva, mentre la 13254 è esposta al Museo dei trasporti di Lucerna e la 14270 è esposta come monumento al Gottardo a Erstfeld. Altri esemplari sono in giro per l'Europa, una la 14276 (da manovra) è a Mendrisio, di proprietà del Club San Gottardo.



Incertezze sulle datazioni:

Non so esattamente quando le FFS cominciarono a riverniciare di verde il proprio parco macchine elettriche che era nato marrone. Esiste una controversia in proposito. Questo perché fino al '35 nei documenti ufficiali nell'Archivio Storico delle FFS non esiste nessun riferimento al cambiamento di colore delle locomotive. Ma altri documenti provano che le ultime Ae 3/6I consegnate nel '27 erano marroni, mentre le nuove Ae 4/7 dello stesso anno erano verdi, sin dalla consegna della prima macchina. Un unico documento in proposito è del '28 e annulla la decisione (presa quando?) di riverniciare di verde tutti i veicoli elettrici se non quelli di nuova costruzione o quelli che hanno richiesto un mantello nuovo per gravi motivi. La Ae 3/6I 10686 (ultima ad essere consegnata nel '27) rimase marrone fino al 1959.
Il fanale rosso, posto sopra il faro alto di testa, è stato introdotto nel '35, prima come semplice vetro rosso intelaiato da sovrapporre poi integrato nella fanaleria.
L'anno in cui si cominciò a ridipingere di giallo i corrimano dovrebbe essere il '55. Tutta la documentazione fotografica sia a colori sia b/n che conosco mostra solo il grigio fino al '54, il giallo compare dopo. (Nel b/n il giallo appare quasi bianco ed è riconoscibile).
La decisione di chiusura della porta frontale con eliminazione delle ribaltine di intercomunicazione alle estremità dovrebbe risalire al '53 (esiste un documento in proposito), mentre la data per la chiusura dell'accesso per il macchinista (che da documentazione fotografica non corrisponde alla chiusura della porta frontale) dovrebbe essere a partire dal '56.



Il coccodrillo della prima generazione montava dall'origine respingenti a stelo cilindrico, che nel 1930 furono sostituiti con respingenti a pistone più robusti. La lunghezza complessiva della locomotiva variò da 19000 mm a 19400 mm.
In questa immagine del Ce 6/8II 14254 ripreso ad Airolo nel 1923, si possono notare i vecchi respingenti a stelo. (Foto: SBB Historic)

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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 18 February 2010 :  10:29:21  Show Profile  Reply with Quote
Il "laborioso" Ce 6/8II 14276 in tenuta da manovra a Biasca il 13 ottobre 1973. (Foto: SBB Historic)



Sono legato a questa macchina in modo particolare, perchè è stata la scintilla che ha fatto scattare in me la vera passione per i treni. In servizio a Biasca e Bellinzona dai primi anni '60, fino al suo ritiro nel 1986 (fu l'ultimo coccodrillo ad essere accantonato). Ora è a Mendrisio di proprietà del Club San Gottardo.
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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 18 February 2010 :  10:44:02  Show Profile  Reply with Quote
Un convoglio che supera le 1000 tonnellate intorno agli anni '40 sul Gottardo. Le locomotive ausiliarie, oltre la doppia trazione in testa, sono inserite lungo il convoglio per non stressare i ganci e ottenere una spinta o frenata migliore. (Foto: SBB Historic)

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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 18 February 2010 :  11:12:59  Show Profile  Reply with Quote

Esplosione del trsformatore (1923) e un incidente frontale (1968).


Ribaltamento a Giornico della Ce 6/8III 14304 nel 1941.

Sono immagini drammatiche, che fanno comunque perte della storia del nostro Coccodrillo. (Foto: SBB Historic)
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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 20 February 2010 :  11:01:38  Show Profile  Reply with Quote


Manifesto pubblicitario di Franz Carl Weber del 1954. Era la più importante catena di negozi di giocattoli in Svizzera.
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Alberto Pedrini

Italy
11481 Posts

Posted - 20 February 2010 :  11:48:50  Show Profile  Visit Alberto Pedrini's Homepage  Reply with Quote
Adesso che sappiamo vita morte e miracoli del mitico, avremo ancora l'innocente serenità di comprare le versioni fantasia che ci inventano a Göppingen?





Non era più interessante proporre le varie versioni seguendo le vere modifiche? A mio avviso ne avrebbero venduti a camionate.

Alberto
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Nino Carbone

7001 Posts

Posted - 20 February 2010 :  12:46:00  Show Profile  Reply with Quote
Alberto hai detto una cosa giustissima su quello che hanno fatto e non dovevano fare.
Ma qui si tratta di programmazioni sbagliate o di poca "sensibilità" nei confronti dei "Marklinisti" che li seguirebbero a milioni.
Per disperdersi "nel nulla", avessero prodotto il Ce 6/8 II e con lo stesso stampo "corretto"
il Be 6/8 II, probabilmente con le vendite a "camionate", come dicevi sopra, sarebbero usciti
da "tunnel" in cui si sono cacciati, logicamente con lo stesso motore che hanno prodotto i vari
Ce 6/8 III.
E il "Coccodrillo", come "rappresentante" della storia della "Ditta", sarebbe stato sicuramente il "Salvatore della Patria".
Noi Marklinisti siamo un popolo, che in questo momento di "sfiducia", avremmo bisogno di un colpo
ad "effetto".
E invece dobbiamo assistere impotenti a riproposizioni o falsi storici.
Possibile che non capiscano questo?
Forse è troppo ovvio.
Come ha detto Michele, se in questo momento piacciono le colorazioni "folk", vogliono forse far diventare il fermodellismo
un'arlecchinata?
Nino Carbone.


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Ely Peyrot

Italy
1453 Posts

Posted - 20 February 2010 :  23:32:14  Show Profile  Visit Ely Peyrot's Homepage  Reply with Quote
Forse l'impostazione "giocattolosa" della produzione storica ha condizionato ed impedito una più rigorosa riproduzione del reale e della sua evoluzione.
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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 21 February 2010 :  08:20:28  Show Profile  Reply with Quote
Esiste comunque una ragione storica per l'edizione bianca del Coccodrillo Marklin. Negli anni '30 un grosso rivenditore Marklin di New York ordinò una serie speciale limitata di Coccodrilli in scala 1 in Germania. Questi modelli in lamierino erano bianchi e portavano l'insegna della NYC (New York Central). Gli originali sono oggi rarissimi e quotatissimi.
Per il 150° anniversario della Marklin, a Göppingen hanno deciso di riproporre, con stampi più recenti, la verione NYC diventata una leggenda negli USA. La versione attuale in scala 1, nonostante costasse ben 3000 dollari, in America è andata a ruba.

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Gian Michele Sambonet

Italy
5369 Posts

Posted - 23 February 2010 :  11:42:05  Show Profile  Reply with Quote
L'oggetto dei desideri di molti modellisti, prodotto dalla americana Fine Art Models in scala 1. Le immagini si commentano da sole...



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