- G 83 prussiana (BR 561) -
- Cenni di storia -
L'introduzione del freno continuo ad aria compressa per treni merci, predisposto durante la prima guerra mondiale, permise di ottenere l'aumento della velocità dei convogli, che si era resa necessaria con urgenza durante il conflitto.
Per velocità più elevate, tuttavia, le locomotive per servizio medio con quattro o cinque assi accoppiati ad aderenza totale delle Ferrovie dello Stato Prussiano e dell'Assia (G 8.1 e G 10) non erano molto adatte, a causa della loro corsa irregolare e dell'elevata usura dei bordini delle ruote.
Per mancanza di macchine adeguate, nel 1917 si dovette decidere di costruire una versione rinforzata, composta da 70 unità, della G 7.3 per le Ferrovie Militari. Link correlato G 7.3: https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=1854
Mentre la nuova G 12 prussiana (BR 58.10-20) era ancora in piena produzione, il Dipartimento del Traffico del Ministero dello Stato del Württemberg incoraggiò il Ministro prussiano dei Lavori Pubblici a ricavare da questa macchina una versione ridotta con rodiggio 1'D. Link correlato G 12: https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=1875
La proposta fu immediatamente presa in considerazione e la prima locomotiva fu completata da Henschel nel dicembre 1918.
Le fu assegnata la designazione di Classe G 8.3.
La G 8.3 era una G 12 accorciata, alla quale era stato rimosso l'ultimo asse accoppiato posteriore.
Anche caldaia a tre sezioni, focolare Belpaire e telaio a barre furono accorciati, mentre fu mantenuto il motore a tre cilindri, ma con diametro ridotto a 520 mm.
Il Bissel anteriore permetteva uno spostamento laterale di 80 mm.
La prima, la terza e la quarta sala accoppiate erano saldamente fissate al telaio, mentre la seconda aveva un gioco di 25 mm su entrambi i lati.
Il motore, con distribuzione Heusinger, agiva sulla terza sala accoppiata, dove i bordini delle ruote erano ridotti di 15 mm.
Mentre il primo prototipo della G 8.3 era ancora in costruzione, fu decisa anche una variante più semplice con un motore a due cilindri, poi classificata G 8.2. Link correlato G 8.2: https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=1861
Entro la fine del 1919 Henschel consegno altre 9 G 8.3 e 10 G 8.2 per essere messe a confronto durante il servizio.
I risultati furono deludenti per entrambe le versioni, dimostrando che non necessariamente riducendo una locomotiva eccellente si ottiene una macchina altrettanto eccellente.
Inizialmente si decise di procedere con la costruzione in serie della più potente G 8.3, ma dopo soltanto 85 locomotive realizzate, nel 1920 la produzione fu interrotta a favore della G 8.2, che richiedeva meno manutenzione e che nel frattempo era stata modificata e migliorata.
Nel 1925, la DRG rilevò tutte le macchine classificandole BR 56.1.
Dopo il 1945 si contavano 60 macchine nella Repubblica Democratica Tedesca, 16 in Polonia e 5 nella zona di occupazione britannica, che furono vendute alla Osthannoverschen Eisenbahnen (OHE) nel 1946/47, 4 delle quali convertite a due cilindri in seguito.
Nel 1947 la DR assegnò gran parte delle 53 macchine ancora operative ai depositi di Freiberger e Dresda, per essere utilizzate come locomotive di spinta sulla ripida rampa Tharandt-Klingenberg-Colmnitz.
Nel 1967 terminò l'utilizzo delle G 8.3 nella Germania dell'Est.
- Dati tecnici -
- Anni: 1918-1920 - - Rodiggio: 1'D h3 - - Lunghezza: 16.975 mm - - Velocità massima: 65 km/h - - Diametro ruote motrici: 1.400 mm - - Diametro ruote carrello bissel: 1.000 mm - - Potenza: 1.390 PSi - - Diametro cilindri: 520 mm - - Corsa: 660 mm - - Griglia: 3.43 m² - - Pressione di esercizio: 14 bar - - Peso di esercizio: 84,3 ton - - Carico massimo per asse: 17.9 ton -
- Tender: pr 3 T 20 -
- Unità costruite: 85 -
- Unità riclassificate DRG: 85 -
- Numerazione DRG: 56 101-185 -
- Immagini -
- G 8.3 Cöln 5901 il primo prototipo conegnato da Henschel nel dicembre 1918 -
- Foto: W. Hubert -
- BR 56 127 (ex G 8.3 Gasse 5342) costruita da Henschel nel 1920 -
- Foto: W. Hubert -
- BR 56 114 (ex G 8.3 Breslau 5394) costruita da Henschel nel 1920 -
- Foto: Coll. Weisbrod -
- Nino e Michele -
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