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 Italy 1943: raccordo ferroviario anglo-americano
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Piero Chionna

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Posted - 08 February 2014 :  19:36:44  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Un filmato 8 mm ci riporta al 1968.

https://www.youtube.com/watch?v=u_bDfl2zPdA&list=UUqizHWZMBeT-vgY2wHn-oQg&feature=c4-overview


Un raccolta di immagini che ripercorre la storia della base americana, a partire dal 1960.

https://www.youtube.com/watch?v=wBQcsbRPOrg

Piero
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Piero Chionna

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Posted - 04 April 2014 :  08:55:04  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
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Originally posted by Piero Chionna

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Originally posted by Piero Chionna



Oltre ad utilizzare i fabbricati esistenti, tutti in buon stato, gli americani costruirono nuove baracche in legno per acquartierare il sempre più numeroso personale militare, anche se molti rimasero negli attendamenti e sotto le numerose arcate del cavalcavia della stazione ferroviaria di S. Vito dei N.





Il gran numero di militari presenti, tra cui molto personale addetto ai trasporti con autocarri (molti gli autisti indiani), rese necessario anche l'utilizzo del cavalcavia stradale della statale 16 Adriatica) che sovrappassa la ferrovia.
Le arcate furono chiuse da entrambi i lati e utilizzate come camerate.
La struttura è tuttora esistente:







Dopo l'armistizio dell'8 settembre, e la conseguente fuga del Re Vittorio Emanuele III e della sua famiglia a Brindisi, si ha il trasferimento del nuovo governo nella città adriatica.
La scelta non fu casuale, essendo quella un'area ormai saldamente in mano agli alleati.
La famiglia reale, dopo i primi giorni di soggiorno al castello Svevo di Brindisi, si trasferì presso il Castello "Dentice di Frasso" di San Vito dei Normanni, a cinquanta metri dalla casa dei miei nonni e di mio padre che aveva all'ora 17 anni, e lavorava proprio all'interno dell'aeroporto.
Nasce così il cosiddetto "Regno del Sud", e dal 10 settembre 1943 all'11 febbraio 1944 Brindisi fu la capitale dell'Italia liberata.
Il primo atto formale del nuovo governo, la dichiarazione di guerra alla Germania, imprimerà una nuova e ancora più drammatica svolta al conflitto.


Piero





"La Gazzetta del Mezzogiorno" del 30 ottobre 1932 pubblica un articolo che celebra con grande enfasi la costruzione di nuove infrastrutture; tra queste c'è la nuova variante stradale che permise di eliminare il blocco della SS16 "Adriatica" causato dai lunghi tempi di chiusura del passaggio a livello durante le manovre dei carri carichi di derrate.








La visione satellitare mostra chiaramente la variante stradale, individuabile nell'angolo in alto a sinistra.
Si intuisce bene il vecchio tracciato rettilineo della SS16 che intersecava la linea ferroviaria e il piazzale di carico delle merci.



Piero
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Piero Chionna

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Posted - 28 May 2014 :  00:36:04  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
L'aeroporto di Brindisi si trova a 7 km, dall'aeroporto ed ex base logistica di San Vito dei Normanni.

Dal sito dell'Imperial War Museum, alcune foto dell'aeroporto di Brindisi scattate durante la Seconda Guerra Mondiale.

Supermarine Spitfires, Hawker Hurricanes and an Airspeed Oxford assembled at Brindisi, Italy, for overhaul or repair at No. 110 Maintenance Unit. To the right, in the middle distance, is a similar group of Lockheed P-38s and Republic P-47s of the 15th USAAF, while in the background can be seen Handley Page Halifaxes and Westland Lysanders of No. 148 (Special Duties) Squadron RAF.







La foto aerea mostra l'aeroporto e l'idroscalo di Brindisi con gli hangar degli idrovolanti ancora oggi esistenti ed utilizzati dall'ONU per le missioni umanitarie.



http://www.unlb.org/gallery/big/2005_0105Natale20040102.JPG


Siamo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale-
L'idroscalo di Brindisi il 26 gennaio 1940 con uno schieramenti di Idrovolandi Cant Z506

http://www.funzioniobiettivo.it/medie_file/Aeronautica/sez3/3-21.htm

1941: Cant Z. 1007 bis "Alcione" della Regia Aeronautica decollati da Brindisi sorvolano la città facendo rotta verso la Grecia.

http://www.marklinfan.com/public/Piero%20Chionna/cantz1007bis230sq95gr35st.jpg

Piero
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Piero Chionna

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Posted - 28 May 2014 :  08:02:04  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Nella didascalia che accompagna la prima foto dell'aeroporto di Brindisi viene citato il 148th (Special Duties) Squadron RAF con i piloti polacchi del 301° Bombing Squadron 301 Earth Pomeranian “Defenders of Warsaw”
Voglio ricordare questi valorosi piloti che si sacrificarono durante l'insurrezione di Varsavia:

http://www.anpibrindisi.it/archivio-storico/brindisi-1944-in-soccorso-dei-ribelli-di-varsavia/


Piero
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Piero Chionna

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Posted - 03 June 2014 :  00:58:24  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
E ora facciamo un altro salto indietro. La data delle foto che seguono è imprecisata, ma dovrebbe essere antecedente al 15 luglio 1943. L'aeroporto di San Vito dei Normanni è ancora nelle mani della Luftwaffe, ma lo sbarco degli alleati in Sicilia e già in corso o è comunque imminente.

Fino al settembre 1943, nel campo operavano reparti della Regia Aeronautica Italiana e della Luftwaffe con i suoi gruppi caccia dotati dei temibili Messerschmitt Bf 109.
In questo aeroporto prestò servizio anche un famoso asso della Luftwaffe, l'Oberleutnant Otto Wessling.
Dopo lo sbarco degli alleati a Taranto i reparti tedeschi abbandonarono l'area per spostarsi nei più sicuri aeroporti della zona di Foggia e, successivamente, dell'Italia centrale, dell'Albania e della Grecia.


Le tre foto seguenti ritraggono alcuni caccia Messerschmitt Bf109 G6 del II/JG27 di base a a San Vito dei Normanni.


"Schwarze 6"




"Gelbe 18"




"Schwarze 3" in primo piano



(fonte Flickr Marc-André Haldimann-mhaldimann2)

http://www.luftwaffe-experten.org/stam-n.html


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Piero Chionna

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Posted - 02 August 2014 :  11:21:35  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Un po' ammaccata, ma dopo anni di oblio questa vecchia tanica militare torna a rivedere il cielo.

Mia moglie è felicissima di questo ritrovamento



In questa foto scattata all'aeroporto di Grottaglie (TA) nel 1943 si vedono numerose taniche dello stesso tipo che vengono scaricate da un aereo americano arrivato dalla Sicilia.




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Piero Chionna

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Posted - 12 January 2015 :  00:07:13  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
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Originally posted by Piero Chionna

Questa immagine non lascia dubbi.
La foto risale presumibilmente al 1959/1960; la base è in costruzione, e sul terreno che dovrà ospitare la "Elephant Cage" si notano chiaramente le tracce di una parte dello scalo ferroviario e delle vecchie strade di collegamento.
Una parte dello scalo, quella più a sud, è stata già occupata dai primi edifici di servizio.


(Foto from the History Office Archivi tratta dalla pagina Facebook dei vetereani del 6917th Electronic Security Command San Vito Italy)

Tutto appare più chiaro confrontando la foto aerea con la pianta dei raccordi ferroviari pubblicata sul libro "Ali Normanne" di Nuccio Carriero:






Una nuova immagine aerea scattata da nord mostra chiaramente la parte del tracciato dei binari rimasti sull'area su cui verrà realizzata la "Elephant Cage".
La foto è stata scattata da J. Boone nel 1961, durante i lavori di costruzione della base, ed è stata pubblicata da Lenny Mingroni sul profilo Facebook "San Vito Air Station".
Si notano gli ampi spazi tra i binari in cui venivano depositati grandi quantità di mezzi e materiali appena sbarcati e da inviare verso il fronte.


Piero
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Piero Chionna

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Posted - 07 January 2016 :  09:56:52  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Ieri, durante l'incontro nella sede del Club, l'amico Roberto Camorali mi diceva di aver inutilmente cercato le tracce di un vecchio aeroporto militare di cui si è già parlato in questa discussione: Leverano, in provincia di Lecce.

Sulla pista di Leverano, nel Luglio 1943, erano stanziati due gruppi di caccia tedeschi tipo Messerschmitt Bf 109 G:

- il IV Gruppo dello Stormo 3 “Udet” (IV/JG3 UDET), dal 30/06/1943 al 26 Luglio 1943, con una forza iniziale di circa 60 caccia, proveniente direttamente dal Reich.

- il Gruppo dello Stormo 53 “Asso di Picche” (II/JG53 Pik As), dal 16 Luglio 1943 al 20 Luglio 1943, con forza iniziale di circa 29 caccia.


Nel luglio del 1943 l'aeroporto fu l'obiettivo di un pesante attacco dei bombardieri dell'aviazione anglo-americana decollati dalle basi del Nord Africa.
Al combattimento presero parte i Messerschitt Bf109 della Luftwaffe decollati dalle basi di Galatina (LE) e San Vito dei Normanni (BR).
Nella battaglia rimase gravemente ferito l'asso dell'aviazione tedesca Oberleutnant Otto Wessling in forza alla base di San Vito.

Da modellismosalento.it:

Quest’ultimo Gruppo (ndr:II/JG53 Pik As) era stato appena distaccato dall’aeroporto di Galatina per fare spazio ad altri reparti tedeschi ed italiani in ritirata dalla Sicilia.
Tale notevole forza aerea rientrò subito nelle mire dell’aviazione alleata ed, in particolare, nelle azioni di bombardamento a sostegno dell’invasione della Sicilia, iniziata il 10 Luglio 1943.
Il bombardamento del 23 Luglio 1943 fu effettuato dall’aviazione statunitense (NAAF dell’USAAF), con velivoli B17, del 2° e 302° Gruppo da Bombardamento (2nd e 301st BG), partiti dalle basi in Tunisia e privi di scorta.
Questi furono “duramente” contrastati da circa 30 aerei dell’Asse, partiti dalle basi di Galatina e San Vito dei Normanni (dove erano presenti altri 2 gruppi caccia della Luftwaffe tedesca).
Fonti USAAF accreditano ai mitraglieri dei B17 l’abbattimento di 4 ME 109 e 2 FW190 (velivolo non presente nel teatro e probabilmente confuso con il Reggiane 2002 italiano) tedeschi e 2 Macchi Mc202 ed un Reggiane Re 2001 italiani, senza subire perdite di aerei, ma con la morte di 2 ed il ferimento di 4 componenti degli equipaggi.
Il risultato del bombardamento, sempre da fonti USAAF, fu di 36 dei 40 velivoli tedeschi presenti, distrutti al suolo.
Da parte tedesca risulta che il IV Gruppo dello Stormo 3 ha avuto, nel Luglio 1943, la perdita al suolo di19 velivoli.
Il 2° Gruppo dello Stormo 53, invece, non era più presente su Leverano, perche già stanziato a Scalea dal 21 Luglio 1943.
Questo concorda con la fonte USAAF che ha rilevato sul campo di volo una forza di circa 40 caccia, cioè quella di un solo Gruppo (IV/JG3 “UDET”).
Da fonti tedesche risulta inoltre che l’asso Oberleutnant Otto Wessling, appartente proprio al IV/JG 3 “UDET”, e accreditato di 83 vittorie aeree, di cui 2 contro bombardieri B24 dell’USAAF durante la loro azione di bombardamento di Nardò del 2 Luglio 1943, fu gravemente ferito nell’azione sulla base di Leverano.
Ricerca storica di Pietro Traldi


Da un articolo pubblicato sul sito "infinitimarginali.it" ho appreso altre notizie sull'installazione aeroportuale che mi hanno consentito di localizzare il punto esatto in cui sorgeva.
Oggi i terreni sono nuovamente in mano ai vecchi proprietari (http://www.contizecca.it/tenute.asp?lang=ITA) e coltivati a vigneto.
La pista non è più riconoscibile, ma è ancora presente una piccola Cappella, oggi murata, che si trova in corrispondenza del vecchio ingresso al campo.
La cappella fu costruita dagli stessi proprietari del terreno e si trova esattamente all'uscita del paese, sulla strada che conduce al mare, in direzione di Porto Cesareo (SP21 Km 0):

https://goo.gl/maps/ZMQAYRf6psD2



E' necessario ricordare il ruolo svolto dall'aeroporto di Leverano dopo l'8 settembre 1943, quando dievenne base con scuola di volo dell'Aeronautica Cobelligerante Italiana, la Regia Aeronautica ricostituitasi nel cosiddetto Regno del Sud (territorio del sud Italia liberato dagli alleati dove si era rifugiato il re Vittorio Emanuele III):
https://it.wikipedia.org/wiki/Aeronautica_Cobelligerante_Italiana


Questa foto scattata a Leverano nel settembre 1944 mostra i piloti italiani dell'Aeronautica Cobelligerante che partono in missione verso i Balcani con i loro Macchi C102 e C105:


(Fonte: N.Sgarlato - La Regia Aeronautica nella Seconda Guerra Mondiale - Delta Editrice)



Altre notizie qui:

https://culturasalentina.files.wordpress.com/2011/09/muro-leccese-2luglio1943.pdf

http://www.infinitimarginali.it/?p=206
http://www.infinitimarginali.it/?p=353

Piero
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Piero Chionna

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Posted - 17 January 2016 :  18:45:34  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
In un vecchio edificio oggi abbandonato ho ritrovato diverse iscrizioni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Alcune sono in inglese, altre in italiano.
Una in particolare permette di risalire con buona approssimazione ad un aviere italiano.
Con un certo margine d'errore si dovrebbe trattare dell'Aviere Scelto Vittorini (?) Donato (?) nato a San Severino Marche (MC) il 30 dicembre 1918:





Una data, 18 luglio 1944: quel giorno non ci furono missioni.
Il giorno 15 luglio i B24 "Liberator" dislocati nei vicini aeroporti erano stati impegnati con i loro equipaggi nella difficile missione sui cieli della Romania, con obiettivo la raffineria di Ploesti.
Le missiono ripresero il giorno 19 luglio con l'azione sull'industria aeronautica Dornier di München-Neuaubing.
I gruppi di bombardieri decollati dalla basi salentine si riunirono sulla verticale dell'aeroporto di San Vito dei Normanni e risalirono l'adriatico.
Come riportato dal Narrative Report del 450th BG, da Manduria decollarono 28 B24, ma due non fecero ritorno.

Alcuni dati sul fuoco della contraerea incontrata durante la missione:
Mühldorf: pesante, intenso, preciso.
Target: pesante, intenso, preciso.
Bad Reichenhall: pesante, leggero, preciso.
Markendorf: pesante, leggero, preciso.

Report:
http://www.450thbg.com/real/s2/1944/july/19july.shtml

Il giorno precedente:





Piero
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Piero Chionna

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Posted - 27 February 2016 :  20:02:50  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Questa pagina pubblicata su Mesagnesera prende diversi spunti dalla nostra discussione, ma aggiunge anche altro riportando alcune parti del libro di Segio D'Angelo "Dicembre 1943, si comincia da Monte Lungo", Francesco Ciolfi Editore, Cassino, febbraio 2015.

http://www.mesagnesera.it/mesagne-sergio-dangelo-e-il-dottor-zivago/

Sergio D'Angelo trascorse quattro mesi nei pressi del Campo di San Vito dei Normanni.

Così l'autore ci descrive l'arrivo al campo....

<<Il 10 luglio – proprio il giorno in cui gli alleati sbarcarono in Sicilia, gli americani fra Licata e Gela, gli inglesi fra Siracusa e Capo Passero – noi partiamo per la provincia di Brindisi con il compito, ci viene preannunciato, di difendervi un aeroporto militare da possibili attacchi di paracadutisti>>

<<La località che raggiungeremo è stata classificata zona di operazioni. Sulla nostra lunghissima tradotta, composta esclusivamente di carri merci, un allievo di Licata ed io ci assicuriamo l’angusto ma tranquillo spazio di una cabina del freno non utilizzata dagli addetti. Viaggiamo a passo di lumaca, con lunghe soste sui binari morti, per trenta ore abbondanti fino a che, nel tardo pomeriggio del secondo giorno, ci fanno scendere nell’aperta campagna salentina, lontano da stazioni, su una distesa, gialla di stoppie e ancora rovente di sole, che dà l’idea del deserto. Ma basta una marcia non molto lunga per entrare in un paesaggio completamente diverso, dove si alternano a perdita d’occhio grandi uliveti e vigneti, inframmezzati da colture di tabacco, mandorle e meloni bianchi. Sono le terre di aziende agricole chiamate masserie. Ci fermiamo poco più a nord del tratto di ferrovia che congiunge Latiano con Mesagne, nel vastissimo rettangolo di un uliveto secolare, delimitato su ciascun lato da vigneti>>.

<<L’aeroporto militare alla cui difesa è deputato il battaglione – insieme con una batteria di pezzi leggeri che si accampa presso di noi – dista qualche chilometro. Da qui non si scorge. Piantiamo le tende come abbiamo fatto presso Triflisco, nove allievi per ciascuna, mentre i soldati della compagnia comando, che ci hanno seguito dal treno con carrette di materiali allestiscono il resto del campo>>


La libera uscita:

Prendiamo l’abitudine, in libera uscita, di farci qualche camminatina nella campagna – terreni ordinati, casette bianche, muretti a secco, un mondo che sembra essersi fermato da tempo immemorabile – con la speranza di poter comprare, benché abbiamo pochi spiccioli, qualcosa da mettere sotto i denti. I contadini non possono o non vogliono venderci nulla, ma di solito ci invitano cordialmente in casa per offrirci un bicchiere di vino rosso e una manciata di fichi secchi caramellati al forno. Spesso si conversa a lungo intorno al tavolo della cucina. Gli uomini vorrebbero sapere da noi quanto durerà ancora la guerra, dove sta Mussolini, che fa il re; le donne ci chiedono da dove veniamo, poveri figli, e da quanto tempo siamo soldati; i bambini si arrampicano sulle nostra ginocchia, attratti dalle baionette che non molliamo e dalle bustine che si infilano divertiti fin sopra il naso; le ragazze se ne stanno un po’ in disparte, non perdendo tuttavia neppure una nostra parola, e ogni tanto, quando scherziamo, ridono furtivamente. Sulla via del ritorno provo sempre una sensazione di euforica leggerezza, e non credo di essere il solo a provarla. E’ l’effetto di questo vino pugliese, quindici o sedici gradi, che andrebbe bene con pasti sostanziosi.

Piero
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