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Gian Michele Sambonet
Italy
5369 Posts |
Posted - 16 February 2010 : 17:42:06
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Alberto, una dritta se non vuoi sostituire gli striscianti ai tuoi pantografi. Gli striscianti svizzeri sono più stretti rispetto a quelli delle altre linee Europee. Tutte le marche tranne Marklin, presentano i loro modelli svizzeri con pantografi in scala, confesso di aver sostituito tutti i pantografi a forbice (larghi e tozzi) dei miei modelli Marklin con quelli della Sommerfeldt utilizzati anche da Hag, ai monobraccio ho sostituito solo gli striscianti. Lo scopo è quello di tenere il pantografo in posizione tale da sfiorare semplicemente la catenaria. Come ottenerlo? Primama di tutto bisogna stirare leggermente le molle, con cautela, per rendere il pantografo il più morbido possibile. Poi bisogna prendere un filo di nailon da pesca sottile e avvolgelo stretto intorno ad uno o più gomiti fino a strozzare lo snodo, irrigidendolo quanto basta per rimanere nella posizione desiderata e quindi fare un nodo. Tocco finale, con la punta fine del saldatore fondere leggermente il nodo per bloccarlo. Il pantografo sarà comunque abbassabile e l'intervento è invisibile. Non sarà però possibile alimentare la locomotiva dalla linea aerea. L'accrocco sarà rimovibile in qualsiasi momento con la punta di un taglierimo. |
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Alberto Pedrini
Italy
11477 Posts |
Posted - 16 February 2010 : 17:58:32
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Grazie per il suggerimento Michele, ma stai toccando un argomento di cui ci facciamo vanto. Un pantografo in presa, con i suoi molleggi, da un senso di realtà impagabile. Preferisco lo strisciante largo |
Alberto |
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Gian Michele Sambonet
Italy
5369 Posts |
Posted - 16 February 2010 : 18:34:24
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Rispetto la scelta e sono pienamente d'accordo con voi perché anch'io l'avevo sempre pensata così, questo specialmente con binari M e vecchia linea a onde, si aveva un'altro approccio e quello era il realismo del trenino. Ma oggi su binari C con catenaria ben calibrata non si hanno pressoché molleggi e questo vale anche nella realtà, guai se ci fossero. D'altra parte nei modellini il pantografo realmete in presa, specialmente se a forbice e di fattura molto fine, tende per attrito a piegare all'indietro deformandosi con continui strappini e sobbalzini, anche questo è poco realistico e mi disturba. La mia soluzione sembra in presa, lo posso garantire, corregge anche i piccoli difetti e sfila liscio come nella realtà, e anche se in curva o in scambio sono al limite, l'importante è non uscire. Ho dovuto trovare un compromesso tra realismo statico e dinamico e il risultato mi ha lasciato soddisfatto. Inoltre resta il fatto che sono talmente abituato a vedere macchine svizzere vere con pantografi stretti, che non son mai riuscito a digerire i pantografi a forbice che Marklin ha montato sui suoi modelli. |
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Valerio Rastelli
238 Posts |
Posted - 16 February 2010 : 20:50:45
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E' un po' il nostro cavallo di battaglia poter osteggiare un pantografo in presa sul plastico digitale, quando gli altri nemmeno mettono il filo! Sul plastico modulare però la messa a punto della linea aerea non può essere maniacale come a casa, percui ci volgiono striscianti allargati. In casa è diverso, penso che con una buona messa a punto della catenaria seguendo le nome Nem (che consigliano di non superare i 3 mm di poligonazione sull'asse del binario) sia possibile anche lasciare in presa i pantografi con strisciante in scala; mi riferisco anche ai Roco e agli MdF Tipo52 di recente produzione per le macchine italiane che molti dicono di usare in presa con siddisfazione. Anche la Marklin vende come ricambio lo strisciante in scala per le locomotive nuove tipo Re460 |
Ciao! Valerio |
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Ely Peyrot
Italy
1453 Posts |
Posted - 16 February 2010 : 23:49:52
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Gian Michele, puoi postare una foto di un pantografo con il filo allo snodo? non ho capito bene dove tu lo abbia collocato. Vorrei ragionarci bene su prima di bocciare il tuo suggerimento. Grazie |
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Gian Michele Sambonet
Italy
5369 Posts |
Posted - 17 February 2010 : 10:31:08
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Premetto che non è assolutamente mia intenzione sollevare una polemica. Sebbene Marklinista dalla nascita, sono nuovo del sito e comincio solo ora a conoscervi, a scoprire le vostre attività e la vostra filosofia che condivido pienamente. Mi rendo conto di essermi inserito con superficialità su un argomento delicato. Terrò pronta una batteria di pantografi adatta ai vostri impianti, se mai un giorno riuscissi a partecipare attivamente.
La mia ambientazione è dall'epoca IV in poi, e per qusto periodo ho solo, quasi esclusivamente, loco svizzere , in gran parte Hag con pantografi in scala. La mia soluzione è solo un compromesso che ho voluto adottare per poter far circolare queste macchine, e le altre Marklin che ho modificato (non riuscivo a guardare il pantografo a riposo di una Re 460 con l'archetto che sbracciava oltre la carenatura), su un impianto che in curva, sebbene abbia ridotto al minimo le sezioni, non mi permette di mantenere la poligonazione utile, usando unicamente curve raggio 2 e raggio 3 con scambi corti per ovvi motivi di spazio. Tanti sono i compromessi su un impianto che sebbene si sviluppi su 7x3 metri non permette di allargarsi più di tanto. La lunghezza delle carrozze e la lunghezza dei convogli sono altri compromessi necessari.
Ely, la mia soluzione potrebbe essere utile a coloro che si trovassero con il mio stesso problema, assolutamente non compatibile con la vostra filosofia sui vostri sistemi modulari. In ogni caso per farti comprendere l'accrocco, immagina un braccio, il gomito, il perno ribattuto che unisce i due elementi, l'avvolgimento lo faccio intorno al perno per ridurre il gioco tra due elementi femmina fino a strozzarli contro le teste del perno stesso. Purtroppo non riesco a fare foto, perché al momento sono in attesa di trasloco, e tutto il materiale è già stivato in scatoloni. Mi riprometto, non appena mi sarò sistemato, di tornare sull'argomento con immagini e schemi più precisi. |
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albertomocchi
Italy
2594 Posts |
Posted - 17 February 2010 : 17:01:21
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comprendo i problemi di spazio e quindi di tracciati tortuosi, anche io a casa son dovuto scendere a compromessi di lunghezza delle carrozze e convogli, qualche problema con i pantografi ce li ho ancora adesso sui binari C, se appronto dei convogli lunghi lo faccio in prospettiva di farli andare sul plastico digitale del club certo che e' un peccato bloccare i pantografi e' bello vederli muoversi tanto che strisciano tieni presente che nell'impianto di mio padre sui binari M le loco analogiche andavano con l'alimentazione della catenaria quindi per me e' anche una cosa affettiva ciao Alberto |
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Ely Peyrot
Italy
1453 Posts |
Posted - 17 February 2010 : 17:18:49
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Un conto è trattenere il pantografo con un filo da pesca a distanza dalla catenaria con qualche millimetro tra lo strisciante e la catenaria stessa (cosa orrenda adottata da alcuni per salvare il pantografo), un altro è impedire alle molle di spingere il pantografo oltre la catenaria stessa (metodo di Gian Michele. Infatti una catenaria ben fissata del tippo moderno non fa molleggiare in modo così evidente il pantografo. L'importante è che il pantografo strisci e che però non venga strappato. Per questo sono curioso di vedere una foto e di osservare sul nostro plastico modulare l'esperimento di Gian Michele. |
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albertomocchi
Italy
2594 Posts |
Posted - 17 February 2010 : 23:44:43
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si forse mi lascio andare troppo ai ricordi e perdo di vista la praticita' come dice Ely aspettiamo le foto di Gian Michele, dalle sue spiegazioni mi sembra di aver capito il suo procedimento potrei provare con il pantografo del ice economico che ho ciao Alberto |
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Gian Michele Sambonet
Italy
5369 Posts |
Posted - 18 February 2010 : 07:49:54
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Alberto, il sistema che adottava tuo padre, ai tempi, era l'unico modo per far circolare due treni contemporaneamente. Il mio primo impianto, completato all'età di 11 anni, era un doppio ovale di 3x1,5 metri, armato di catenaria con i suoi sezionamenti, due trasformatori, qualche scambio, qualche semaforo, un binario morto, qualche lampione e la stazione in lamierino che era illuminata dall'interno, il tutto fissato su un foglio di compensato che veniva appeso al muro nei rari periodi di riposo. Non c'era altro scenario, ma sembrava così vero. Circolavano due treni, uno passeggeri con carrozze EW1 in lamierino (senza arredamento ma rigorosamente illuminate) tirato dalla storica Ae 6/6 (altra istituzione Marklin) e uno merci tirato dal vecchio Coccodrillo, che mi fu regalato all'età di 8 anni, dopo aver rotto le scatole per mesi a mio padre, a seguito di un incontro ravvicinato, con quello vero, nella stazione di Biasca, che fu amore a prima vista. Quest'ultimo era alimentato per via aerea e dovevo tenere sollevati enrambi i pantografi per assicuragli costante tensione. Rimanevo ore ed ore a guardare i due convogli incrociarsi, con i loro pantografi in presa che molleggiavano dolcemente. Ma il tocco magico, quello che dava il massimo del realismo erano le scintille che scaturivano dal contatto dei pantografi del Coccodrillo... |
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albertomocchi
Italy
2594 Posts |
Posted - 18 February 2010 : 11:27:31
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si in effetti il sistema era proprio questo ed e' andato avanti fino all'avvento del delta facevamo circolare le loco elettriche tramite pantografo e le loco vapore e diesel con il pattino si poteva anche perche' la vecchia catenaria aveva gli isolatori x i semafori la catenaria era anche un'esigenza dato che avevamo una loco che aveva ancora i pattini x i binari a 3 rotaie e x farla andare sugli M avevamo dovuto smontarli altrimenti si bloccavano sui punti di contatto con l'avvento del delta avevamo messo un deviatore sui binari e paletti di alimentazione x far andare o analogico o delta ciao Alberto
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