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Piero Chionna

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Posted - 07 March 2022 :  14:50:41  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Quanto sarebbe bello poter risolvere ogni conflitto con una bella giocata.

Ukrainian Model Railway Club

https://youtu.be/cY5ETyodd7U

Piero
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Piero Chionna

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Posted - 14 March 2022 :  09:44:09  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote





Più di una volta mi è capitato di ascoltare i commenti pieni di entusiasmo di consumatori attratti dalla dicitura "composto di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine" riportata a norma di legge sulle bottiglie dell'olio d'oliva.
Ed è proprio il termine "raffinato" a trarre in inganno il cliente poco esperto della materia che tende a valutare come un elemento positivo quella parola che in realtà è riferita a un processo industriale di rettifica/raffinazione atto a rendere commestibile un prodotto che altrimenti commestibile non sarebbe non rispondendo ai requisiti descritti negli interventi precedenti.

Dal punto di vista storico va ricordato che la prima raffineria di olio fu realizzata a Porto Maurizio (poi Imperia) nel 1912.
Lo stabilimento si chiamava SAIRO (Societa' Anonima Italiana Raffinazione Olii) e rimase in funzione fino al 1999.
Grazie agli impianti della SAIRO, della Sasso, dei Berio, della Fratelli Carli e di altre aziende minori, Imperia fu per molti anni la capitale indiscussa della raffinazione dell'olio di oliva.

https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=1504


L'olio che si ottiene al termine del processo di raffinazione si presenta all'assaggio come una materia grassa priva di difetti, incolore e insapore, che successivamente deve essere miscelata in modo calibrato con un olio extra vergine o un olio vergine di oliva che conferisce colore e sapore al prodotto finale, l'olio di oliva.
La legge non stabilisce la percentuali di olio vergine o extravergine da aggiungere ma questa si aggira normalmente intorno al 5% - 8% anche se alcuni produttori utilizzano percentuali maggiori.

L'olio d'oliva, che è cosa ben diversa dall'olio extravergine d'oliva, lo troviamo ovunque: in lattina, in bottiglia, nel tonno, nelle acciughe e in tanti altri prodotti sott'olio.

Ma in cosa consiste il processo di raffinazione?

https://fabio13280.wordpress.com/2016/01/26/rettificazione-degli-oli/






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Piero Chionna

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Posted - 20 March 2022 :  09:31:26  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote



I duecento litri di olio extravergine di oliva prodotti dalla Svizzera possono far sorridere ma certamente destano curiosità.

https://www.teatronaturale.it/tracce/mondo/37410-la-svizzera-produce-il-suo-olio-extra-vergine-di-oliva.htm

https://amicidellolivo.ch/

https://amicidellolivo.ch/16-2022/

https://www.luganoregion.com/it/cosa-fare/lago-e-natura/natura-outdoor/sentieri-tematici/detail/id/12782/sentiero-dell-olivo

Piero
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Piero Chionna

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Posted - 25 March 2022 :  19:43:37  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
Riporto il commento del giornalista Andrea Scanzi dopo la figuraccia con la Macedonia del Nord rimediata dalla Nazionale Italiana di Calcio.
Ieri sera ho ripensato al dispiacere che provai quella sera del 1966 in cui la Corea del Nord sconfisse l'Italia di Edmondo Fabbri a Wembley.
Avevo 9 anni ma mi ricordo ancora quella rete di Pak Doo Ik


Da Facebook Andrea Scanzi

"Vincere un Europeo in mezzo a due Mondiali ciccati è una “performance” che neanche Marina Abramovich sott’acido. Come è accaduto? Esistono cose molto più serie, lo so, e a titolo personale sarò mooooolto più dispiaciuto quando tra due mesi vedrò Bonolis e Mentana festeggiare lo scudetto al posto mio e della buonanima di Jannacci, ma non è che possiamo sempre parlare di guerra. Un po’ di svago e di stacco, ragazzi, o tra Covid e imminente terza guerra mondiale tanto vale darsi fuoco con la Diavolina.
1. Dodici anni (come minimo) senza Mondiali in una nazione oltremodo calciofila sono una sorta di “cataclisma morbido” di dimensioni inaudite. Una generazione intera crescerà senza quelle emozioni lì. Il mondo andrà avanti lo stesso, ma se mi avessero tolto le emozioni dal ’90 al ’98 (prima ero troppo piccolo, dopo troppo disilluso) mi sarebbe girato parecchio il glande.
2. La Serie A non ha aiutato minimamente la Nazionale, non accettando stage e soste come voleva Mancini. Della Nazionale, al sistema calcio, non interessa nulla. A meno che vinca un Europeo.
3. Perdere con la Macedonia del Nord è molto più grave che perdere con la Svezia. Quindi, de facto, questa sconfitta è molto più grave di quella di Ventura. E’ la Waterloo sportiva del decennio o forse addirittura cinquantennio, perché bisogna verosimilmente risalire alla figura di merda con la Corea (del Nord pure quella). Ma lì “almeno” eravamo ai Mondiali, qui alle semi dei playoff.
4. Non è vero che “tanto poi avremmo perso col Portogallo”. L’Italia, da sempre, si esalta nei big match. E il Portogallo – pieno di assenze e già a rischio rimonta con la Turchia del Tabaccaio Calhafava – è da sempre abbonato ai suicidi. Ce la saremmo giocata. E questo accresce il rammarico.
5. Mancini è un ottimo allenatore e una persona intelligente. L’impresa degli Europei resterà nei secoli. Purtroppo resterà nei secoli anche la figura da peracottari bolsi di ieri. Mancini non ha tutte le colpe del calvario immane, ma qualcuna sì (tipo l’ombra di Barella ancora titolare o qualche punta lasciata a riposo per la gara col Portogallo – come se con i macedoni avessimo già vinto). Più che altro: il disastro di ieri è una macchia enorme che uno come Mancini faticherà in eterno a superare. E per me è giusto che adesso lasci. Non perché non meriti di allenare ancora l’Italia e non perché vada esonerato: perché lui è il primo a sapere che, dopo il supplizio di ieri, la sua liaison con la Nazionale è per sempre compromessa. Credo sia il primo ad avere voglia di cambiare pagina e rimettersi in gioco in un match.
6. Chi parla di sfortuna fa ridere. O meglio: ieri la Macedonia del Nord ha fatto un gol con un tiro in porta e noi zero con qualche (non infinite) occasione nitida, ma il punto è un altro: tu, a quei playoff, non ci devi arrivare proprio. Devi chiudere la pratica prima. Il girone era “facile” e dovevamo arrivare primi. Punto. I rigori di Jorginho, uno che stava quasi per vincere il Pallone d’Oro (esagerati!) per poi inciampare dal dischetto, sono stati purtroppo decisivi. E non solo quelli. Harakiri vero.
7. Il gol preso ieri sera dice molto di questa Nazionale, che dopo gli Europei le ha pareggiate tutte per poi perdere quando proprio non poteva: la squadra che negli ultimi minuti se la fa sotto, Jorginho che si ferma per chiedere un mani inesistente, Chiellini che fa spazio all’attaccante e Dollarumma (“Modigliani” chi?) che prende un gol da trenta metri. Una sorta di tempesta perfetta.
7 bis. No, Dollarumma ieri non ha fatto nessuna papera. Lo so. Ma se sei il fenomeno che dici e dicono, quel gol non lo prendi. Mai. La verità è che Dollarumma è un fenomeno quando è sereno e un portiere normale quando sotto attacco. Vedi anche alla voce Psg. Speriamo che questo marzo agonisticamente ridicolo gli faccia se non altro abbassare la cresta.
8. Un giorno ci spiegheranno perché Immobile in campionato segna a valanga e in azzurro sembra quasi la Pora Menca. E un altro giorno ci diranno perché Berardi col Sassuolo fa gol pazzeschi (soprattutto contro il Milan) e in Nazionale è chirurgico come un baccello morto. Siamo poi sicuri che Zaniolo, Scamacca e Belotti non potessero giocare almeno qualche scampolo di partita? Mah.
9. Quei “tifosi” deficienti che ad ogni rinvio del portiere macedone gridavano “merda!!!”, esattamente, che problemi hanno? E soprattutto da quanto non scopano? Poveri imbecilli.
10. Contrappassi culinari: Bonucci ricordò con consueta grevità agli inglesi che dovevano mangiarne ancora tanta di pastasciutta, ma nel frattempo allo stesso Bonucci (e soci) è andata di traverso una macedonia qualsiasi. Disastro sportivo totale e tonitruante.
Peccato."



Piero
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Piero Chionna

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Posted - 31 March 2022 :  15:02:56  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
La proprietà della Duegi Editrice passa a Fondazione FS Italiane

https://blog.tuttotreno.it/39825-la-duegi-editrice-entra-a-far-parte-della-fondazione-fs-assieme-per-la-promozione-e-diffusione-della-cultura-delle-ferrovie-in-italia/

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Piero Chionna

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Posted - 07 April 2022 :  09:41:14  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote


Già, che cos'è l'olio EVO?
Per molti, troppi, è solo un condimento, una sorta di lubrificante non importante da aggiungere nei piatti.
Il mio primo ricordo dell'olio credo che risalga alle frise che il mio nonno pugliese si preparava con precisione teutonica: frisa inumidita al punto giusto, pomodoro, olio, origano e sale, gli ingredienti base e i più semplici da reperire, un piatto povero, semplice e sano.
E ancora ho il ricordo di Giovannino, un cugino di mio padre, che sfornava il pane fatto in casa, lo tagliava a fette, lo cospargeva di olio e sale e lo serviva all'ombra di un grande ulivo millenario.
E poi nei miei occhi di bambino ho gli uliveti secolari che si estendevano a perdita d'occhio, e le cicale e poi, da giovanissimo, i pomeriggi estivi passati lungo la ferrovia per riuscire a scattare una fotografia, sempre all'ombra di un vecchio ulivo, con la brezza che arrivava dal mare.





"CHE COS’È L’OLIO EVO?
di F. Raimondi, Sommelier dell'olio.

Mi sento spesso rivolgere domande tipo: “Ma come mai questa passione per l’olio?” Oppure: “Che cos’è l’olio evo per te?”
Stimolato dal fatto di poter parlare di qualcosa che amo profondamente inizio chiedendo: “Hai tempo?”
Ma poi mi accorgo che le parole faticano ad uscire. Come quando si è troppo coinvolti in qualcosa si rischia di essere poco obiettivi. Però è così. Perché le parole si mescolano facendo uscire concetti quasi a caso ma carichi di emozione. Sul “Come mai questa passione” si devono ringraziare, come spesso succede, i genitori che le tante merende fatte a pane ed olio non le ho contate e l’olio di 50 anni fa non era certo quello di oggi. Perché l’olio non è solo un condimento o un ingrediente. Ma è qualcosa che caratterizza noi italiani. Fa parte del nostro DNA. Fa parte del nostro codice genetico da tramandare di generazione in generazione. L’olio evo è passione ed amore per gli ulivi. È cura affinché vivano bene e possano garantire produzioni all’altezza nel corso dei secoli a venire. L’olio evo è pace e convivialità. È crescita nella salute. L’olio evo è poesia dei profumi e sinfonia dei sapori. L’olio evo inebria i sensi seducendo l’anima a chi gli si avvicina. L’olio evo è un mondo generoso. L’olio evo è un concerto di viaggi, sensazioni, luce, territori e persone che ogni giorno vanno quasi a parlare coi propri ulivi. L’olio evo più buono in assoluto non esiste. Ce ne sono tanti, ma proprio tanti di oli che meritano. L’olio evo è da conoscere e da divulgare. L’olio evo è tutto questo è anche di piu. Ed è ciò che penso parlando di olio da poco tempo rispetto a chi c’è dentro da una vita. La cosa che non vedo l’ora di fare è chiedere ai produttori di olio evo cosa sia per loro, osservando i loro occhi inumidirsi mentre raccontano la loro storia."



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Piero Chionna

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Posted - 09 April 2022 :  00:50:00  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote

Ricordo bene quegli anni e quel 1992 in cui la SCU scatenó la sua più pesante offensiva contro questo piccolo paese di 20.000 abitanti della provincia di Brindisi. Ricordo la paura degli attentati e delle intimidazioni e ricordo la forza della risposta della popolazione a cui seguì quella dello Stato.

Trent'anni fa, quando tutta San Vito dei Normanni disse basta!


Da Regione Puglia

Una meravigliosa storia di antimafia pugliese.

"La prova che quando la comunità e le istituzioni collaborano non ce n'è per nessuno. Neppure per la mafia.

30 anni fa nasceva a San Vito dei Normanni l’associazione antiracket ACIAS.

Di fronte alla nascita di un presidio di legalità, la Sacra Corona Unita non poteva restare a guardare. Neppure la nutrita partecipazione di persone giunte da tutta la Provincia per salutare quella tanto attesa "boccata d'ossigeno", la presenza del Procuratore della Repubblica Giordano e del vescovo fermarono la sete di controllo del territorio.

Quella notte San Vito dei Normanni tremò ancora una volta. Anzi due. Due bombe, ancora due bombe, esplosero nelle scuole della città. Una minaccia vera e propria: "Se provate ad opporvi a tutto questo noi toccheremo i bambini".

La criminalità locale non sapeva che quelle dimostrazioni di forza sarebbero state il canto del cigno.

E mentre Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia ordinarono nel giro di poche ore centinaia di perquisizioni per individuare gli arsenali di esplosivi in mano mafiosa, le persone vittime del racket rivestirono d'orgoglio e coraggio la paura, e su intuizione della magistratura iniziarono a rivelare le estorsioni durante un’assemblea dell’ACIAS. Le vittime, da sole e smarrite, erano finalmente insieme, unite, reciprocamente testimoni. Imbattibili.

Era il 1992. I protagonisti di allora erano Rosa Stanisci, agguerrita sindaca di San Vito dei Normanni, il magistrato antimafia Michele Emiliano, l'onorevole Tano Grasso, fondatore della Federazione italiana antiracket, le Forze dell'Ordine, la Magistratura, le persone tutte, che inconsciamente hanno pronunciato una parola semplicissima: "Basta".

Quello di San Vito dei Normanni è un modello di contrasto al racket che ancora oggi non smette di funzionare: se chi subisce le estorsioni si mette insieme per vincere solitudine e paura e costruire un rapporto di collaborazione con forze di polizia e autorità giudiziaria, la criminalità è messa alle strette e ne esce sconfitta.

Parola di San Vito dei Normanni."

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Piero Chionna

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Posted - 10 April 2022 :  11:32:06  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote



In attesa della presentazione dei dati domani 11 aprile alla Fiera di Verona ecco l'anteprima regione per regione dei migliori oli EVO italiani premiati con le Tre Foglie nella guida "Oli d'Italia 2022" del Gambero Rosso

https://www.gamberorosso.it/tag/tre-foglie-2022/


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Piero Chionna

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Posted - 11 April 2022 :  10:27:26  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote
quote:
Originally posted by Piero Chionna


Ricordo bene quegli anni e quel 1992 in cui la SCU scatenó la sua più pesante offensiva contro questo piccolo paese di 20.000 abitanti della provincia di Brindisi. Ricordo la paura degli attentati e delle intimidazioni e ricordo la forza della risposta della popolazione a cui seguì quella dello Stato.

Trent'anni fa, quando tutta San Vito dei Normanni disse basta!


Da Regione Puglia

Una meravigliosa storia di antimafia pugliese.

"La prova che quando la comunità e le istituzioni collaborano non ce n'è per nessuno. Neppure per la mafia.

30 anni fa nasceva a San Vito dei Normanni l’associazione antiracket ACIAS.

Di fronte alla nascita di un presidio di legalità, la Sacra Corona Unita non poteva restare a guardare. Neppure la nutrita partecipazione di persone giunte da tutta la Provincia per salutare quella tanto attesa "boccata d'ossigeno", la presenza del Procuratore della Repubblica Giordano e del vescovo fermarono la sete di controllo del territorio.

Quella notte San Vito dei Normanni tremò ancora una volta. Anzi due. Due bombe, ancora due bombe, esplosero nelle scuole della città. Una minaccia vera e propria: "Se provate ad opporvi a tutto questo noi toccheremo i bambini".

La criminalità locale non sapeva che quelle dimostrazioni di forza sarebbero state il canto del cigno.

E mentre Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia ordinarono nel giro di poche ore centinaia di perquisizioni per individuare gli arsenali di esplosivi in mano mafiosa, le persone vittime del racket rivestirono d'orgoglio e coraggio la paura, e su intuizione della magistratura iniziarono a rivelare le estorsioni durante un’assemblea dell’ACIAS. Le vittime, da sole e smarrite, erano finalmente insieme, unite, reciprocamente testimoni. Imbattibili.

Era il 1992. I protagonisti di allora erano Rosa Stanisci, agguerrita sindaca di San Vito dei Normanni, il magistrato antimafia Michele Emiliano, l'onorevole Tano Grasso, fondatore della Federazione italiana antiracket, le Forze dell'Ordine, la Magistratura, le persone tutte, che inconsciamente hanno pronunciato una parola semplicissima: "Basta".

Quello di San Vito dei Normanni è un modello di contrasto al racket che ancora oggi non smette di funzionare: se chi subisce le estorsioni si mette insieme per vincere solitudine e paura e costruire un rapporto di collaborazione con forze di polizia e autorità giudiziaria, la criminalità è messa alle strette e ne esce sconfitta.

Parola di San Vito dei Normanni."




Scusate se insisto su questa vicenda ma bisogna tenere sempre alta la guardia.
Chi ha la mia età non ha dimenticato e i giovani devono portare avanti i principi di legalità che furono ristabiliti grazie all'impegno della popolazione, di Rosa, di tanti commercianti come l'amico Antonio, dei Magistrati come Michele, delle Forze di Polizia e degli umili rappresentanti Chiesa locale come Padre Angelo.

San Vito dei Normanni si trova a soli 14 chilometri da Mesagne, la cittadina del brindisino che era considerata la capitale della Sacra Corona Unita.
Mesagne, come San Vito dei Normanni, ha portato avanti con determinazione il suo percorso di redenzione e ora, anche a San Vito dei Normanni, non si ha più paura del "Cuore di Mesagne"

https://www.youtube.com/watch?v=ztHf3NRoOT8



Piero
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Piero Chionna

Italy
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Posted - 18 April 2022 :  09:54:29  Show Profile  Visit Piero Chionna's Homepage  Reply with Quote



Parlando con amici e conoscenti mi capita spesso di non trovarmi d'accordo con affermazioni basate sulla presunta superiorità dell'olio di una certa regione se non addirittura di una particolare cultivar.


L’OLIO DEGLI OLI
di F. Raimondi

"In questo lunedì di Pasquetta e con ancora negli occhi il bel programma di Rai3 di ieri sera “Il borgo dei borghi” mi è venuta l’idea di fare un titolo come quello che vedete sopra. E questo introduce da un lato il tema dei vari concorsi, e dall’altro una sorta di dogma sentito e ripetuto da più parti: non esiste un olio in assoluto più buono di altri. Questo anche perché nei diversi concorsi non sempre possono partecipare tutti gli oli. Spesso ci sono dei paletti alla base che impediscono ad alcuni produttori di far gareggiare il proprio olio (avere una produzione minima ad esempio). E poi anche perché è altrettanto vera anche un’altra affermazione: lo stesso olio non sempre è uguale a sè stesso in due annate differenti. L’olio evo che è splendido quest'anno, potrebbe essere diverso l’anno prossimo. Questo dipende da tanti fattori, anche quando la ricerca della qualità è la priorità di un’azienda. Insomma, amiche ed amici, non deve stupire se non si ha una risposta certa e netta alla domanda che spesso mi fanno: “Ma qual è l’olio più buono?”
L’olio evo va conosciuto, va assaggiato, se ne deve conoscere la storia, l’azienda e come è stato il suo percorso prima di arrivare sulle nostre tavole, così che non si parli di un olio solo o di quello che ci sembra più buono, ma di un movimento che sta cercando di imporre la qualità figlia dei sacrifici fatti per ottenerla. Anche così si fa cultura."

Piero
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